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giovedì 6 luglio 2017

Recensione: "Il mio nemico mortale" di Willa Cather



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Il mio
Nemico 
Mortale
di Willa Cather
pagine 90 circa
prezzo 9€
Fazi
già disponibile
voto:
INDIMENTICABILE
..o..

Una notte, la giovane Myra Driscoll scappa di casa portando con sé solamente un manicotto e un portamonete. A passo svelto e testa alta, se ne va per sempre. Raggiunge Oswald Henshawe, giovane spiantato di cui è innamorata, e lo sposa in gran segreto, rinunciando così alla cospicua eredità che le spetterebbe. Un gesto audacemente romantico, che in famiglia diventa una leggenda. Quando, molti anni dopo, una giovane amica le chiede se lei e Oswald sono stati felici, la risposta è glaciale: «Felici? Oh, sì! Come la maggior parte della gente». 
E allora a che cosa è servito quel sacrificio? 
Che senso ha avuto barattare grandi fortune per una vita banalmente normale? 
Quelle che emergono, in questo romanzo breve ma stratificato, sono le mille sfumature di una figura ambigua e tormentata, una donna tanto risoluta nelle sue clamorose rinunce, quanto incapace di godere di una felicità che di clamoroso non ha nulla. Uno spirito libero che si trova a combattere contro i limiti della quotidianità e la crescente, esasperante consapevolezza di essere una donna totalmente diversa da quella che pensava di essere in giovane età. 
Willa Cather, talentuosa autrice americana vincitrice del Premio Pulitzer, ci regala un piccolo capolavoro: pagine davvero indimenticabili, intrise di una grande carica drammatica.



Considerazioni.
Conoscevo già Willa Cather, per quel romanzo famosissimo e prezioso (tanto che vinse il rinomato premio Pulitzer) che è stato "Uno dei nostri", ma non conoscevo per nulla questo romanzo, che invece, per quanto abbia inizialmente sottovalutato per volume e intenzioni, si è poi rivelato essere un vero capolavoro di riflessione sull'amore e la sua durata nel tempo.

"Il mio nemico mortale" è infatti un romanzo che rivela molto dell'animo femminile e della forze d'animo che le donne custodiscono nel cuore, rivelando, al medesimo tempo, le fragilità ed i palesi difetti che queste ultime serbano altrettanto segretamente.

La Cather, con questo romanzo, ci mostra come Myra Driscoll, giovane donna destinata ad ereditare una vera fortuna, scelga invece di sposarsi, contro il parere del nonno, con un uomo ritenuto da quest'ultimo uno spiantato senza prospettive che la renderebbe solo povera e infelice. Myra scegli di ascoltare il cuore e rifiutare quanto il nonno le aveva consigliato di fare, e così facendo scappa di notte con l'amato Oswald a New York per costruirsi una nuova vita, senza più denaro perché diseredata dal nonno, che non le lascia senza un centesimo. 

Noi lettori vediamo la vicenda sempre dagli occhi di una bambina di nome Nellie, che ha modo di conoscere i Henshawe quando questi tornano una prima volta al paese nel quale si erano conosciuti ed innamorati (e dove Myra viveva con il nonno nella sua enorme e leggendaria tenuta) - molto tempo dopo la fuga ed il matrimonio - per rivederli una seconda volta pochi anni dopo nel loro appartamento di New York, circondati da letterati, poeti e artisti di ogni genere fino ad incontrarli, per un'ultima volta, molti anni più tardi e sempre dal punto di vista di una Nellie (ma ormai cresciuta), in un paesino della costa occidentale americana, ormai anziani e senza un centesimo, costretti a vivere in un appartamento che odiano e dove vivono miseramente.

A prescindere dalle sorti dei protagonisti, che vi lascio scoprire (altrimenti rovinerei la dovuta suspance che la Cather crea abilmente) leggendo il romanzo, quello che è il tema centrale di tutta la storia narrata è come il sentimento e l'amore (quello vero, intenso, che ti conduce alla follia)  sia visto, come se fosse messo sotto ad una lente d'ingrandimento, nel suo mutamento, nel corso del tempo

Resisterà quell'amore appassionato? 
Farà vivere ai suoi protagonisti una vita speciale e unica? 
Condurrà veramente alla felicità che i due innamorati si ripromettono di raggiungere? 
Renderà gli innamorati delle persone migliori?

La Cather, con "Il mio nemico mortale" vuole porre l'attenzione su come una donna follemente innamorata, e disposta a tutto per l'amore della vita, abbandoni tutto per la felicità ritrovata in quell'amore, quasi sconsideratamente, nonostante l'avvertimento del nonno, che avendo conosciuto tanto la povertà che la vecchiaia - e divenuto vergognosamente ricco -  le aveva consigliato di scegliere i soldi e la sicurezza economica piuttosto che la felicità momentanea (o comunque a durata) dell'amore.

Myra, incontrando più volte Nellie, appare sempre come una persona brillantissima, vitale, intelligente, socievole, ironica, gioviale e all'apparenza mai amareggiata per la scelta compiuta, ma con il tempo Nellie ne conosce anche gli aspetti meno piacevoli, scoprendola gelosa, prepotente (soprattutto nei confronti del marito), egoista e con la convinzione di vivere economicamente sempre come se fosse ricca. Oswald appare invece dimesso, buono, curato e remissivo nei confronti della moglie, tanto che quasi mai reagisce alle sue sfuriate (ma comunque sensibile ai complimenti e all'attenzione dei complimenti delle donne più giovani). I due, pur avendo pregi e difetti che emergono più marcatamente ad ogni incontro con Nellie, tutto sommato appaiono sempre come una coppia che si ama, che nonostante i bisticci resiste al tempo e alle tempeste economiche rimanendo unita. 

Ma quando Nellie incomincia a raccogliere le confidenze di Myra, che invecchia e diventa più insofferente alla sua condizione di salute, ma anche economica e sociale, viene a conoscenza di cose che minano la sua conoscenza della coppia. Myra infatti mal sopporta la sua povertà e anche se non lo dice apertamente incolpa la sua scelta (anche se mai il marito) per la sua sventura. Myra ha sempre aiutato le persone in difficoltà e gli artisti in ascesa, ha sempre avuto moltissimo amici con cui parlare e divertirsi, ai tempi d'oro e nella sua vecchiaia sola, confinata nel letto di in un monolocale e costretta a sopportare dei vicini rumorosi (tanto che la fanno impazzire) si sente persa e ormai concorde con il nonno, ma non può più cambiare la sua sorte. 

Ed è proprio quando la malattia si accanisce più con lei, ed il suo animo più ribelle (a volte anche più violento e impetuoso) viene fuori che lascia a lettore le frasi che ancora mi perseguitano nel pensiero. Perché Myra si accanisce proprio con quell'amore, quella passione folle che ora infierisce con lei, causandole un dolore che mai avrebbe immaginato di provate ... tanto da chiamarlo "il mio mortale nemico". E mentre Oswald vive nel ricordo di una Myra coraggiosa, giovane, piena di speranze e vitalità, Myra abbandona ogni certezza, si allontana persino dalla Chiesa (per poi tornarvi con l'animo di una naufraga in mezzo alla tempesta) e scopre nella sua nemesi quella che invece credeva essere la sua forza. E tutto incomincia a sfaldarsi e crollare sotto i colpi della rabbia e del rimpianto.

"Il mio nemico mortale" racchiude perfettamente tutta l'opera, che affronta come il "per sempre" non conduca alla felicità costante e alla beatitudine sentimentale ed economica. Spiega in poche parole come (per carità, a volte) l'amore con la A maiuscola - quello per il quale sentiamo il sentimento di lasciare indietro cose importanti e che crediamo possano non esserlo in quel momento - ci faccia abbandonare sicurezze scontate per il futuro, sicurezze che poi scopriremmo rimpiangere. Perché l'amore è un sentimento importante, che ci fa star bene, ci rende forti ... vorremmo durasse per sempre (così com'è) e vorremmo anche che mutasse la nostra condizione, trascinandoci nella felicità più completa, ma a volte, come in questo caso, purtroppo si scontra fortemente con la quotidianità, i bisogni economici e gli imperativi della malattia e della vecchiaia. Ed allora la perfezione viene scheggiata dalla necessità, dal bisogno e ci cambia, ma non come vorremmo. Cosa diventiamo allora?  Chi incolpare? 

Willa Cather con questo storia toglie per un attimo il velo della favola al concetto di amore e ci dice che a volte l'amore - quello puro e totalizzante - non è sempre destinato al realizzarsi nella formula del "felici e contenti", ma si consuma, si trasforma e cambia, trasformando anche i protagonisti di quell'amore. L'amore è gioia, passione, forza, felicità, unione, ma può trasformarsi ed è capace di distruggere, di mutare in rabbia, rimpianto e persino diventare ... il nostro più grande nemico.

"Il mio nemico mortale", in 90 pagine, è in grado di entrarti sotto pelle e farti rabbrividire per la potenza e la forza di cui è capace. Mi ha lasciato scossa e in un certo senso più consapevole delle sfumature di un sentimento che troppo spesso si da per scontato e su cui non si riflette  forse abbastanza. Questo romanzo è da leggere.




Willa Cather
Nacque in Virginia ma presto si trasferì con la famiglia a Red Cloud, in Nebraska. Prima di dedicarsi totalmente alla scrittura, insegnò alla scuola superiore di Pittsburgh, dove scrisse per un giornale locale; dal 1906 lavorò per il «McClure’s Magazine» a New York. Nel 1923 vinse il Premio Pulitzer con il romanzo Uno dei nostri. Si trasferì quindi in Europa e soggiornò a lungo in Francia, ad Avignone. Il mio nemico mortale fu pubblicato per la prima volta nel 1926.


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