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lunedì 16 gennaio 2017

Gennaio propone ...




Per questo lunedì vorrei proporvi tre uscite interessanti: due straniere, edite dalla Neri Pozza proprio in questi giorni, ed una edita dalla Lettere Animate che invece si caratterizza per l'essere molto sensuale e provocante, pubblicata qualche settimana fa.

Vorrei consigliarvi con particolare entusiasmo "Un gentiluomo a Mosca" perchè conosco l'autore, di cui avevo letto "La buona società" e mi era piaciuto moltissimo sia per lo stile narrativo del suo autore, che per la trama, la quale mi aveva trascinata in una New York da sogno ...  




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Un
gentiluomo
a Mosca

di Amor Towles

Pagine 560
Prezzo 18,50€
Neri Pozza
già disponibile

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Mosca, 21 giugno 1922.
Il conte Aleksandr Il’icˇ Rostov, decorato con l’Ordine di Sant’Andrea, membro del Jockey Club, Maestro di caccia, viene scortato attraverso i cancelli del Cremlino che danno sulla Piazza Rossa fino alla suite 317 del Grand Hotel Metropol. Chiamato al Cremlino per un tête à tête, il Conte è apparso dinanzi al «Comitato d’Emergenza del Commissariato del Popolo», il tribunale bolscevico che l’ha condannato, senza remore e senz’appello, a trascorrere il resto dei suoi giorni agli arresti domiciliari per essersi «irrevocabilmente arreso alle corruzioni della propria classe sociale». La condanna non ammette errori: se mai dovesse mettere un piede fuori dal Metropol, il Conte sarà fucilato.
I baffi incerati distesi come le ali di un gabbiano e il portamento fiero nel suo metro e novanta di altezza, Rostov è un gentiluomo colto e arguto, un anfitrione nato, niente affatto intenzionato a lasciarsi scoraggiare dinanzi a un simile rovescio della fortuna. Non essendo di temperamento vendicativo come Edmond Dantés rinchiuso nel Castello d’If, ma avendo riconosciuto che un uomo deve saper governare le proprie circostanze, altrimenti sarebbero le circostanze a governare lui, il Conte decide di affrontare la prigionia mantenendo la propria determinazione nella praticità delle cose, al pari di un novello Robinson Crusoe.
La pena da scontare non è poi così gravosa, essendo il Metropol un Grand Hotel tra i più sfarzosi di Russia. Inaugurato nel 1905, le sue suite art déco e i suoi rinomati ristoranti sono stati un punto di riunione di tutte le persone ricche di stile, influenti ed erudite.
Ma per un uomo come Rostov, abituato a viaggiare in lungo e in largo per il mondo e a condurre un’intensa vita sociale, quella detenzione, seppure in un lussuoso albergo, si rivela al pari di una gabbia per un leone.
Sebbene sia risaputo che non è da gentiluomini avere un’occupazione, Rostov inizia a rendersi conto di quanto sia gravoso trascorrere la vita leggendo, cenando e riflettendo. Fino al giorno in cui si imbatte nella ragazzina che ama il giallo, una piccola ospite dell’albergo intrepida e curiosa. Nina Kulikova, al pari del Conte, vive al Metropol in cattività, eppure la bambina ha trovato il modo di far espandere le pareti dell’hotel verso l’esterno, scovando passaggi nascosti e stanze segrete.
Sarà Nina a farsi carico dell’educazione del Conte. Un’educazione che lo porterà a comprendere quanto vasto sia il mondo e affascinanti i personaggi che lo popolano, sia pure tra le quattro mura di un albergo.
Ricco di umorismo, con un cast di personaggi scintillante – rivoluzionari intransigenti, stelle del cinema, intellettuali disillusi – e una scrittura impeccabile, Un gentiluomo a Mosca ripercorre magistralmente un secolo di storia della Russia moderna, consegnandoci un protagonista che ha il raro pregio di rendersi indimenticabile.

Amor Towles 
E' nato a Boston nel 1964. Si è laureato a Yale e ha conseguito un dottorato in letteratura inglese a Stanford. È un grande appassionato di storia dell’arte, soprattutto della pittura di inizio Novecento, e di musica jazz. Vive a Manhattan con la moglie e i due figli. La buona società è il suo primo romanzo.

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La
 famiglia 
Benade
di Marlene van Niekerk

Pagine 624
Prezzo 22€
Neri Pozza
già disponibile
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Sudafrica, 1994. 
Al 127 di Marta Street, nel sobborgo di Triomf, alla periferia di Johannesburg – un quartiere operaio popolato esclusivamente da bianchi indigenti – abita la famiglia Benade. 
Pop, il pater familias, bretelle ciondoloni sulle ginocchia, capelli bianchi arruffati e dritti sulla testa, a quasi ottant’anni non si alza ormai più dalla poltrona davanti al televisore. Anche Mol, sua moglie, non scherza. Se ne sta seduta con le gambe larghe sotto la vestaglietta che non toglie mai, facendo dondolare su e giù il dente finto e fumando una sigaretta dietro l’altra. Entrambi cercano di tenersi alla larga da Lambert, il figlio quarantenne, epilettico e affetto da disturbi della personalità che lo rendono pericoloso per se stesso e gli altri. E poi c’è Treppie, il fratello di Mol, che si è assunto il ruolo di provocatorio filosofo della famiglia e quando la mette giù dura dice cose davvero meschine e cattive.  
Trent’anni prima, all’epoca della sua costruzione, Triomf era pieno di gente nuova, erano tutti giovani e pieni di belle speranze. I Benade se lo ricordano ancora il giorno in cui il Community Development annunciò la costruzione di abitazioni per i «bianchi bisognosi» proprio lì, dove una volta c’era Sophiatown. Il terreno era stato spianato dai bulldozer e i “cafri” se n’erano andati. Triomf, sarebbe diventato un quartiere pieno di «belle casette per bianchi». Il quartiere dove i Benade sarebbero diventati ricchi. 
Non lo sono diventati. La casa in cui vivono, con due cani che non la piantano di abbaiare e fanno i loro bisogni ovunque, è fatiscente. L’inverno ha reso l’erba del giardino simile a paglia. Le lastre di lamiera sul tetto si sono allentate. Il legno si sta scrostando, in certi punti è proprio marcio e pende a brandelli dal tetto. Solo la cassetta della posta viene tenuta come un gioiello, perché di questi tempi bisogna avere una cassetta della posta decente a Triomf. Siamo infatti alla vigilia delle prime elezioni democratiche del Paese, elezioni da cui Mandela uscirà vincitore, e i Benade, come gli altri abitanti di Triomf, sono stufi delle promesse della politica. Così come sono stufi dei picchiatori razzisti del National Party, dei testimoni di Geova e della città che incombe su di loro come un gigante vendicativo. L’unico modo che hanno per sopravvivere è ripetersi l’un l’altro che non hanno altro che la famiglia, per quanto sgangherata sia, e un tetto sopra la testa. 
Con una prosa impeccabile, Marlene van Niekerk è riuscita a forzare il varco del pregiudizio e del tabù dipingendo un memorabile affresco del Sudafrica e degli effetti dell’apartheid sugli afrikaner, la popolazione di boeri bianchi che colonizzò il paese al seguito della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. La famiglia Benade è stato acclamato come uno dei migliori romanzi mai scritti in afrikaans, un’indagine tragicomica sullo sforzo umano di dare un senso alla vita, anche nella più misera e abietta delle circostanze.
«Crudele paradosso: 
da un lato un Paese che finalmente si affaccia alla democrazia, 
e dall’altro il naufragio morale
 di una famiglia descritto con terribile violenza. 
Ma anche con empatia straziante, 
con una compassione che trasforma 
l’allegoria politica in parabola evangelica».
L’Express

«Una pietra miliare per la letteratura del Sudafrica».
Daily Telegraph

«Scritto in maniera splendida».
The Economist

«Un grande romanzo. 
Uno spaccato devastante di un 
sottoproletariato chiuso 
in un circolo vizioso di povertà e disperazione».
The Observer
Marlene van Niekerk 
E' nata nel 1954 in una fattoria di Caledon, nella Provincia del Capo Occidentale, in Sudafrica. Dopo gli studi in psicologia, lingue e letteratura, ha ottenuto una cattedra prima all'università di Witwatersrand e poi di Stellenbosch, dove insegna Letteratura afrikaans e olandese.

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Mi 
appartieni
di Nicole De Luca 

Pagine 575
Prezzo 18,70
Lettere Animate 
già disponibile
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Anita è una donna come tante: conduce una vita normale, è solare, spensierata e piena di sogni. Il suo futuro è già programmato. Ha un lavoro, un fidanzato, un'amica sincera e un gruppo di amici. Non le manca niente.
Luca, invece, è un uomo particolare: testardo, presuntuoso, intrigante e tormentato, che diventerà presto perdizione, desiderio e piacere.
La storia si svolge prevalentemente a Roma ed è qui che qualcosa spezzerà la quotidianità di Anita: l'incontro con Luca la catapulterà in un mondo diverso, al quale non è abituata e che la trascinerà in un vorticoso turbinio di eventi. Insieme ai nostri protagonisti, verremo immersi in una realtà di passioni ed erotiche sensualità dove l'intesa mentale supera ogni ostacolo. Indecisioni, dubbi, ripensamenti e una scelta da prendere in breve tempo.
Quale strada sceglierà Anita? Il giusto e l'ovvio o proverà ad intraprendere un nuovo percorso? L'amore, la passione, la perversione e l'intrigo faranno parte di questo romanzo scritto a tinte forti che non lascerà nulla all'immaginazione.  
“Mi appartieni” è l’essenza di una vera rivoluzione: forte, crudo e talmente coinvolgente da lasciarti senza fiato, fino all’ultima riga, quella che decreterà non una fine, ma un nuovo intrigante inizio. Verrete catapultati in un mondo senza decenza, sostituita dalla voglia di soddisfare indicibili desideri. Se non avrete paura di denudare la vostra anima, mettendo da parte ogni tipo di imbarazzo per lasciarvi trasportare nei meandri più oscuri della passione, venite a scoprire l’intrigante e travagliata avventura di Anita e Luca.  
Amore, sesso, perversione, BDSM, si intrecciano in questo romanzo ricco di emozioni forti ma anche di sentimenti, desideri e situazioni che sono alla mercé di ognuno di noi.  
Non ci sono ricconi che “comprano” schiave o cose del genere... ci sono le emozioni e le vicissitudini di persone comuni che scoprono insieme che il sesso non è poi quell'orrido tabù.


Nicole De Luca
Nasce a Roma nell'ottobre del 1976, dove vive tutt'ora. Casalinga, moglie e madre a tempo pieno. Ha lavorato come commessa nel settore informatico per svariati anni per poi occuparsi pienamente della famiglia. I suoi hobbies sono: la lettura, il cinema e i videogames.  Nel 2012 iniziò, un po' per passione e un po' per caso, a dilettarsi nella scrittura di brevi racconti erotici.   “Mi appartieni” è il suo primo romanzo, nato con l'intento di essere un piccolo racconto per poi sfociare in una complessa e travagliata storia d'amore dai risvolti sessuali accentuati ed espliciti.

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